La rassegna “L’Ora dei Burattini” ha conquistato centinaia di bambini e famiglie ad Arco, offrendo spettacoli gratuiti e raccogliendo fondi per l’Unicef. Tuttavia ci sono in città due consigliere di opposizione che si ostinano a criticare i finanziamenti destinati alla cultura, ignorando come questa spesa sia anche un investimento per il sociale e per il futuro delle nuove generazioni.
La rassegna “L’Ora dei Burattini” si è riconfermata un evento di grande successo, capace di affascinare centinaia di bambini e le loro famiglie con spettacoli che spaziano dalla tradizione alla sperimentazione. Un appuntamento ormai atteso da grandi e piccini, che ha saputo coinvolgere le nostre cittadine e i nostri cittadini con una serie di eventi gratuiti che si sono svolti in alcune delle location più suggestive di Arco e Riva del Garda. Il penultimo spettacolo della rassegna, l’ultimo per la Città di Arco, “Quel diavolo di Arlecchino”, messo in scena dalla compagnia veneta Bambabambin, ha rappresentato un momento davvero significativo di questa edizione.
L’opera ha portato in scena la storia di Arlecchino, ripercorrendo le origini di una delle maschere più celebri della Commedia dell’Arte, nota per il suo spirito giocoso e imprevedibile. Lo spettacolo ha esplorato con ironia e linguaggio moderno l’evoluzione di Arlecchino, partendo dalle sue radici diaboliche legate alla mitologica Caccia Selvaggia, fino a diventare il servitore pasticcione che tutti conosciamo. La performance, arricchita da un uso sapiente di maschere e burattini, ha catturato l’attenzione di un pubblico entusiasta, dimostrando ancora una volta come la tradizione possa essere rivisitata e resa accessibile alle nuove generazioni.
Grazie alla qualità degli spettacoli, “L’Ora dei Burattini” ha offerto l’opportunità, preziosa per le famiglie, di vivere un’esperienza non solo meramente ludico-ricreativa ma di alto livello culturale, a costo zero. Da parte sua, il pubblico, non dovendo pagare un biglietto d’ingresso, ha generosamente contribuito con offerte destinate all’Unicef, dimostrando un forte senso di comunità e solidarietà. In questo modo, la cultura si è fatta veicolo di un messaggio sociale importante, confermando come eventi del genere siano non solo un arricchimento culturale, ma anche uno strumento di coesione sociale.
È qui che emerge un punto cruciale: manifestazioni come “L’Ora dei Burattini” sono finanziate attraverso la Missione 5, la parte del bilancio comunale destinata alla cultura. Tuttavia, questo capitolo di spesa è stato recentemente oggetto di critiche da parte di due consigliere d’opposizione, che, con atteggiamento che mi appare ampiamente populista, ne chiedono un drastico ridimensionamento (leggi qui l’articolo). Queste voci critiche sembrano ignorare il fatto che la spesa culturale rappresenti un investimento sul futuro, capace di migliorare la qualità della vita e di offrire opportunità di crescita alle nuove generazioni.
Dunque, mentre alcuni continuano a vedere la cultura come un lusso superfluo, “L’Ora dei Burattini” ha dimostrato concretamente che essa è invece un bene essenziale, capace di unire, educare e costruire un futuro migliore. I tagli ai fondi per la cultura sarebbero, quindi, un grave errore che rischierebbe di impoverire non solo il panorama artistico, ma anche il tessuto sociale della nostra Comunità.