La recente ascesa di Nemo Mettler, giovane talento svizzero, alla ribalta internazionale non è secondo me solo un trionfo della musica, ma anche un atto di sfida contro l’ostilità e l’intolleranza.
Mettler, dichiarandosi apertamente persona non binaria, ha scelto di essere una persona autentica non solo nel percorso artistico, ma anche nella sua identità personale, e questa dichiarazione di per sé è stata accolta con entusiasmo da molti come un passo avanti verso una maggiore inclusione e rispetto delle diversità. Tuttavia c’è stato un candidato italiano alle Elezioni europee che ha preso subito la palla al balzo per attaccare un “mondo”, secondo lui, “al contrario, sempre più nauseante”, mettendo di fatto in discussione non solo il talento dell’artista, ma anche la sua stessa esistenza come persona non binaria.
Questo attacco non è purtroppo un episodio isolato, ma riflette una tendenza sempre più ampia nell’arena politica del nostro Paese verso l’uso dell’identità personale (identità di genere, orientamento sessuale, colore della pelle, provenienza geografica, fede religiosa ecc…) come arma per alimentare l’odio e la divisione. È un sintomo preoccupante di come la politica sia diventata sempre più polarizzata e tossica, con i politici che scelgono di attaccare le persone anziché le idee.
Il caso Nemo solleva domande fondamentali sullo stato della democrazia e della tolleranza in Italia e in Europa. Un paese in cui i politici scelgono di attaccare singolarmente una persona per la sua identità personale anziché discutere le questioni politiche in modo costruttivo è un paese dove gli spazi di libertà si restringono e l’intolleranza trova terreno fertile. È necessario secondo me un richiamo urgente alla necessità di difendere la nostra democrazia e i diritti fondamentali di tutte le persone. Sostenere la libertà di espressione e il rispetto per le differenze è essenziale per costruire un mondo più giusto e inclusivo per la collettività.